L’apporto del Servizio civile volontario al sistema di welfare — il giorno dopo

Si è svolta ieri la conferenza dal titolo “L’apporto del servizio civile volontario al sistema di Welfare”, promossa da Associazione Mosaico in collaborazione con C.E.S.C. Lombardia e con il periodico Non Profit “Vita”.

L’incontro ha dato modo a volontari, ex volontari ed addetti ai lavori di riunirsi e confrontarsi circa un tema importante ed innovativo, visto come una possibilità formativa, di inserimento lavorativo e di approccio a realtà del mondo sociale.

Presenti pertanto anche rappresentanti politici, quali Maurizio Martina dei DS di Bergamo, e dei sindacati, come Orazio Amboni, segretario generale della Camera del lavoro di Bergamo. Non sono poi mancati i rappresentanti degli enti locali, tra cui l’assessore del comune di Bergamo Elena Carnevali ed il sindaco, Roberto Bruni, che nel suo intervento, in apertura del convegno, ha definito il servizio civile come “una possibilità per incentivare l’aumento dell’impiego nel settore pubblico, un investimenti di energie “giovani” in settori importanti”.

Le riflessioni di ieri, nel complesso, hanno identificato il servizio civile nazionale non solo come un’esperienza importante, ma anche come un utile strumento per creare rapporti fra generazioni, per crescere, per formare la propria personalità sul campo, entrando direttamente in contatto con i problemi legati al disagio sociale cui alcuni progetti sono chiamati a monitorare. Proprio su questo si sono concentrate le attenzione di Cristina De Luca, sottosegretario al Ministero della Solidarietà Sociale con delega al Servizio Civile Nazionale e all’Immigrazione. “La De Luca proviene” — come fatto notare dal moderatore Maurizio Carrara, consigliere delegato del gruppo editoriale Vita“ — da numerose esperienze di lavoro in altrettante numerose associazioni di volontariato in Italia: questo non può che favorire, dunque, un ottimo approccio al mondo del servizio civile, inevitabilmente legato a quello dell’Associazionismo”.

Altro punto focale, poi, è stato quello del monitoraggio dei progetti, fatto emergere da Claudio di Blasi, Presidente di Associazione Mosaico. Concorde la soluzione trovata nel dibattito: rivalutare il personale di UNSC, formarlo affinché i controlli diventino più efficaci e non solo burocratici, come avvenuto, nella maggior parte dei casi, fino ad oggi. Con 50.000 posizioni approvate nel bando ordinario chiusosi nello scorso giugno e 65.000 richieste il servizio civile risulta comunque nel complesso un vero e proprio “mercato” destinato a ragazzi che stanno studiando o che si sono da poco laureati, che cercano la possibilità di inserirsi in contesti nei quali le attività proposte siano stimolanti ed interessanti. Nonostante le inevitabili imperfezioni di sistema, dovute anche alla sua recente storia, il servizio civile si attesta oggi come uno strumento ampiamente utilizzato ed abbastanza conosciuto dai giovani, un percorso mirato alla costruzione di una cultura di pace, di obiezione alla violenza, legata alle politiche sociali.